Atomica Strato: teoria e sperimentazione di un Bookshelf

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La base di un buon progetto è, paradossalmente, la finalità del progetto stesso. Durante la progettazione di un diffusore da pavimento, ad esempio, bisognerà tenere in considerazione il modo in cui esso verrà utilizzato (il suo scopo). Esso verrà impiegato, tendenzialmente, in posizioni più o meno distanti dalla parete di fondo, in stanze di media-grande cubatura; la posizione di ascolto ottimale dovrà essere espansa sul piano orizzontale.

Il fatto di considerare tali assunzioni superflue o addirittura limitanti, denota il classico atteggiamento di chi crede che l’audio sia un campo in cui basta aspirare alla perfezione o a un ideale assolutista; senza tenere in debito conto che dover conciliare le esigenze dell’ascoltatore reale con le indissolubili leggi della fisica, porta ad una sola certezza: la progettazione di un diffusore è il frutto di innegabili compromessi e la bravura del progettista sta nell’ottimizzazione della loro coesistenza.

La base di partenza di un diffusore bookshelf, come il suo nome suggerisce, dovrà tenere in considerazione il fatto che esso verrà utilizzato in posizioni più o meno a ridosso della parete di fondo, in stanze di cubatura molto variabile; la posizione di ascolto dovrà essere il più possibile svincolata dalla posizione relativa di ascoltatori e diffusori. Ultimo ma non ultimo: la dimensione di un diffusore da libreria non dovrà eccedere ciò che il suo stesso nome suggerisce.

Le considerazioni che hanno portato alla luce il progetto Strato sono le seguenti:

  1. Vicinanza con la parete di fondo: conseguente enfatizzazione della gamma bassa e riduzione della profondità virtuale della scena sonora.
  2. Dimensioni della stanza d’ascolto variabile: necessità di alta tenuta in potenza.
  3. Posizioni di ascolto variabili: necessità di una dispersione ottimale su entrambi i piani, orizzontale e verticale.
  4. Dimensioni massime che consentano il corretto posizionamento in postazioni di altezza e profondità pari a 32 cm.

Nei classici diffusori bookshelf il punto 4 viene considerato il principale limite progettuale, in quanto le ridotte dimensioni sono sinonimo di scarso litraggio e quindi carenza di gamma bassa; vari escamotage vengono adottati, come ad esempio l’utilizzo di woofer da 12 cm o lo sfruttamento della profondità del box. Soluzioni che portano a non soddisfare gli altri punti in quanto: woofer da 12 cm non consentono di gestire potenze adeguate (punto 2); la spregiudicata enfatizzazione del guadagno in gamma bassa non è certo il miglior modo di affrontare il punto 1; creare un box di profondità prossima ai 30 cm non tiene in debita considerazione il punto 4: molti utenti si ritroverebbero a dover utilizzare un diffusore con reflex posteriore a contatto con la parete di fondo.

Nel progetto Atomica Strato il punto 4 viene usato come base di partenza e punto forza. E’ possibile e addirittura vantaggioso restare entro i limiti di suddette dimensioni. Dopo le prime prototipazioni, le dimensioni del progetto sono state fissate in un’altezza di 31,5 cm, larghezza di 20 e profondità che non eccede i 25 cm terminali inclusi; quest’ultima per non vanificare o addirittura rendere dannoso l’effetto del reflex posteriore.

Il litraggio che si ottiene consente un roll-off della gamma bassa che si è rivelato adeguato a compensare l’enfasi dei posizionamenti di prova (il prototipo è stato testato su 8 postazioni più o meno vicine alla parete di fondo, con prove d’ascolto e rivelazioni), aderendo alla prima parte del punto 1. Tale litraggio consente oltretutto un reflex accordato esattamente alla fs del driver, capace di ridurre al massimo l’escursione del cono, quindi aumentando la tenuta in potenza e la capacità dinamica in accordo al punto 2 (per non parlare dei benefici in termini di chiarezza e di distorsione da intermodulazione).

Il concetto esposto nel punto 3 prende senz’altro vantaggio da una facciata di dimensioni contenute, in quanto la diffrazione del pannello frontale viene ottimizzata in tutto il range di frequenze interessate. A tal proposito la dispersione polare è stata enfatizzata anche con lo smusso raggiato che rende inconfondibile la forma delle Strato. Una dispersione così curata ed uniforme compensa anche la riduzione della scena sonora descritta nella seconda parte del punto 1, in quanto la creazione di un campo molto diffuso e la presenza di prime riflessioni uniformi supplisce, nei limiti del possibile, alla suddetta carenza.

Dispersione polare trasversale 0° – 30° – 45° su scala 10 dB. Smoothing 1/3 oct.

Notare la perfetta linearità del diffusore,  indipendente dalla posizione dell’ascoltatore.

Il risultato ottenuto è anche merito dello speciale crossover e degli innumerevoli test di ascolto e rilevazione acustica.

La speciale forma dei diffusori Atomica Strato, oltretutto, consente la creazione di cabinet incredibilmente rigidi e quindi efficienti dal punto di vista energetico e dinamico. Si tratta di un diffusore caratterizzato da un’efficienza di ben 88 dB 1W/1m, dato davvero singolare per un diffusore da libreria e che lo rende pilotabile anche da amplificatori di bassa potenza. Uno speciale supporto auto-livellante in alluminio aumenta la stabilità e lo smorzamento.

Chassis dei diffusori acustici – mix di materiali

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Si vuole in questa sede esporre le teorie alla base della scelta dei materiali costruttivi dei diffusori Atomica Floor e Book 2: Diffusori il cui cabinet è basato sul contrasto tra multistrato di okumè e vetro.

Si giunge ora all’accoppiamento di due materiali le cui caratteristiche sono a dir poco opposte. Prima di parlarne occorre un piccolo excursus sul fenomeno fisico della risonanza:

1-Si parla di risonanza meccanica quando un sistema meccanico viene eccitato ad una frequenza compatibile con l’oscillazione caratteristica del sistema stesso, amplificandola. Questo fenomeno causa un accumulo di energia all’interno del sistema, che viene contrastato dal coefficiente di smorzamento.

2-Acusticamente parlando, all’interno di un risuonatore (il cabinet) si generano una serie di vibrazioni caratterizzate dalle proprietà geometriche e meccaniche dello stesso. Il fenomeno della risonanza coinvolge sia il risuonatore, sia l’elemento vibrante (l’altoparlante).

3-Si dice parcellizzata il tipo di vibrazione che si innesca in un sistema costituito da geometrie e sezioni differenziate, le quali vibrano contemporaneamente e separatamente dando luogo ad un moto complesso (moti armonici plurimi).

Si capisce ora perchè il vetro, da solo, non può contribuire in modo ottimale alla composizione di un cabinet: pur essendo un materiale eccezionalmente rigido, l’elevato peso specifico e lo scarso smorzamento causano notevoli accumuli di energia nel sistema (punto 1).

Per quanto riguarda il telaio in legno, che andrà ad alloggiare gli altoparlanti, nei diffusori Atomica si è dedicato un notevole sforzo per minimizzare gli scambi energetici tra le parti, utilizzando geometrie e forme accuratamente studiate (punto 2). Per approfondimenti leggere l’articolo “Elementi per la progettazione di un cabinet”.

Il suddetto telaio è caratterizzato quindi da una rigidità elevata e da elasticità e massa molto bassi. Un elemento perfetto, se non fosse per le scarse proprietà smorzanti. E qui interviene l’inserimento del vetro.

L’unione tra i due materiali avviene interponendo una speciale guarnizione semi-espansa, tramite la quale il vetro viene imbullonato contro il legno ad una pressione specifica (misurata elettronicamente). Questo procedimento, oltre a conferire al vetro il necessario smorzamento, consente al telaio in legno di acquisire la necessaria massa smorzante.

Il cabinet che si ottiene tiene in debita considerazione i punti 1-2-3. La parcellizzazione viene sfruttata al meglio poiché due materiali completamente incompatibili per durezza, elasticità e massa, vengono accoppiati in modo da smorzare reciprocamente i moti di risonanza e delocalizzarli nel dominio della frequenza.

I grafici a seguire mostrano la distorsione armonica rilevata, rispettivamente, sul modello Atomica Book 2 ed Atomica Book Fraxinus. Quest’ultimo differisce solamente nelle pareti laterali, che sono fatte di frassino massello invece che vetro.

Entrambi i grafici mostrano una prevalenza di seconda e successivamente terza armonica, evidenziando una gradevole caratterizzazione. La media totale (linea superiore) si attesta su valori molto prossimi in entrambi i modelli. Si noti però il suo andamento ed anche quello delle armoniche distinte: nel modello in vetro si apprezza un andamento eccezionalmente costante e lineare, privo di perturbazioni, mostrando come siffatta tipologia di cabinet sia in grado di fornire prestazioni superiori, miglior smorzamento e maggiore naturalezza rispetto alla sua controparte costruita con materiali tradizionali.

REFERENCES

  • Ahnert W, Steffen F, “Sound Reinforcement Engineering”, 1999.
  • Arnol’d V, “Mathematical Methods of Classical Mechanics”, 1999.

Ampiezza della scena sonora

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L’ampiezza della scena sonora è determinata non solo dalle caratteristiche di un impianto (o di un’orchestra, ad esempio). Essa è correlata anche alla sensazione soggettiva di spazio cui contribuisce l’ambiente. Viene da sé che l’illusione di trovarsi in una sala d’ascolto più grande dipende anche dalla posizione dei diffusori e, paradossalmente, delle caratteristiche della sala stessa.

Per molto tempo è stata opinione diffusa che la spaziosità fosse il frutto di un’uniforme distribuzione del campo sonoro all’interno della sala d’ascolto. Studi condotti a partire dalla fine degli anni 60 hanno appurato che il campo diffuso non è la causa principale.

L’elemento che più enfatizza la spaziosità della scena sonora è l’arrivo laterale della prime riflessioni. Quindi una scena più ampia può essere ottenuta con una piccola quantità di riflessioni in ritardo rispetto al segnale diretto, che raggiungono la testa dell’ascoltatore da direzioni laterali. 

 

Schema che illustra la differenza di percorrenza tra il suono diretto (blu) e le prime riflessioni (viola); “a” caratterizza l’angolo di arrivo.

Le prime riflessioni sono indipendenti dalla quantità di riverbero della stanza e sono quelle con un ritardo, rispetto al suono diretto, compreso tra 5 ed 80 millisecondi (da 1,7 a 27 metri di percorrenza in più). Le frequenze di maggiore interesse sono comprese tra i 500 ed i 3000 Hz ed il loro angolo di arrivo determina la loro efficacia. Ad esempio, un angolo di arrivo nullo (ovvero riflessioni che arrivano dal fondo della stanza) provoca un effetto spaziale nullo in quanto non vi saranno differenze di pressione sonora tra i due canali dell’apparato uditivo.

È quindi possibile stabilire la posizione dei diffusori e dell’ascoltatore in modo da enfatizzare la percezione della spazialità. È chiaramente possibile, se desiderato, modificare l’ambiente d’ascolto in modo da regolare l’afflusso di prime riflessioni laterali verso l’ascoltatore.

L’angolo laterale delle prime riflessioni è l’elemento che più contribuisce alla spazialità, ma certamente non l’unico. Ad esempio, la spazialità aumenta in modo proporzionale al volume d’ascolto.

REFERENZE

  • Barron M, Marshall AH, “Spatial Impression Due to Early Lateral Reflections in Concert Halls. 1981.
  • Burgtorf W, “The Percectibility of Delayed Sound Signals. 1964.
  • Neu G, Mommerz E, Schmitz A, “Investigation on the True Directional Sound Reproduction by Playing Head-related Recordings Over Two Loudspeakers”. 1992.

Criticità del posizionamento in ambiente – Atomica Reflex

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In questa sede vengono esposti i problemi della riproduzione in ambiente, con particolare attenzione alla gamma bassa. Poiché la membrana di un altoparlante elettrodinamico presenta dimensioni molto ridotte in rapporto alla lunghezza d’onda di tali frequenze, la pressione generata risulterà proporzionale al carico di irradiazione: in altre parole più lo spazio in cui l’altoparlante irradia è costretto, più la pressione sarà alta.
Se il suono viene generato in condizioni angolari paragonabili ad una fonte sonora incassata a muro, si avrà una pressione doppia rispetto allo stesso suono generato in spazio libero. Invece nel caso di radiazione costretta tra l’intersezione di due pareti  si avrà una pressione quattro volte maggiore rispetto alla condizione di spazio libero. Collocando la fonte nell’intersezione di tre pareti perpendicolari, invece, si otterrà una pressione sonora ulteriormente raddoppiata. Queste condizioni sono veritiere finché la fonte e la distanza tra tali pareti sono sufficientemente inferiori alle lunghezze d’onda interessate.

Tali argomentazioni sono sufficienti a porre la riproduzione della gamma bassa tra i fattori al centro dell’attenzione, quando si parla di progettazione e previsione delle avversità comuni agli ambienti d’ascolto domestici. Questo anche nel caso di ambienti tecnicamente trattati: la distribuzione di tali frequenze avviene soprattutto in base alla geometria perimetrale dell’ambiente ed alla posizione dei diffusori, poiché esse caratterizzano i modi d’onda stazionari ed i rinforzi dovuti al carico di irradiazione.

Si riporta una citazione tratta dagli studi effettuati da Groh sull’acustica dell’ambiente in gamma bassa: “Il parametro più importante della riproduzione in ambiente è la qualità del suono che giunge all’ascoltatore. Anche se i diffusori sono in grado di distribuire uniformemente il suono, questo verrà ridistribuito dai modi di risonanza della stanza; la posizione dell’ascoltatore rispetto ad essi, purtroppo, non è conosciuta dal progettista.
Tuttavia, se i diffusori vengono progettati con questa consapevolezza, essi devieranno in maniera minore dal campo sonoro ideale”.
Dopo questa citazione seguono delle indicazioni per ottimizzare la risposta grazie ad un corretto posizionamento diffusori-ascoltatore. Tali soluzioni, seppur efficaci, conducono a scelte piuttosto limitanti sia dal punto di vista della fruibilità di un ambiente d’ascolto, sia per quanto riguarda la creazione di un’immagine sonora ampia e profonda.

L’assunzione di tali presupposti ha permesso alla nostra azienda di trovare una soluzione al problema della riproduzione della gamma bassa: i prodotti Atomica Audio incorporano la tecnologia brevettata Atomica Reflex. Si tratta di un risuonatore appositamente creato per essere facilmente regolato dall’ascoltatore in base all’ambiente di destinazione ed ai suoi gusti personali. Tale dispositivo pone fine a qualunque problema dettato dall’ambiente d’ascolto o dal posizionamento diffusori-ascoltatore.

 Il congegno Atomica Reflex incorpora uno speciale risuonatore la cui estensione può essere regolata tramite una manopola posizionata all’esterno di ogni diffusore. La posizione di minima estensione è quella che garantisce la massima enfasi del basso e la tenuta in potenza maggiore, mentre l’estensione del tubo provoca un graduale smorzamento della risposta in basso, fino ad arrivare alla massima lunghezza che provoca la chiusura del tubo e quindi un’enfasi nulla della gamma bassa. Grazie alla particolare tecnologia il sistema può quindi passare da reflex a sospensione pneumatica attraverso step intermedi, garantendo la massima configurabilità.

Il grafico che segue è la misurazione effettuata su un prototipo, un piccolo box con un woofer da 6 pollici, equipaggiato con Atomica Reflex (linea rossa: tubo esteso; linea verde: retratto; linee viola e gialla: due step intermedi).

Per meglio capire le possibilità di impiego di tale congegno, confrontiamo i seguenti grafici che riportano la risposta simulata di un diffusore da pavimento con reflex classico, in posizioni della stanza diverse.


Diffusore distante dalla parete di fondo e dalla parete laterale 

Diffusore che dista 0,5 m dalla parete laterale, 0,8 m da quella di fondo


Diffusore che dista 0,8 m dalla parete laterale, addossato alla parete di fondo

Vengono ora replicati i grafici 2 e 3 ma con l’aggiunta del risultato ottenibile (nelle medesime posizioni e con lo stesso diffusore) con il congegno Atomica Reflex (linea verde).


Grazie a questo sistema di regolazione, è possibile ottenere una calibrazione ottimale non solo in situazioni come quelle del secondo grafico, possibili anche nelle migliori sale d’ascolto, ma anche in situazioni difficili come quella del terzo grafico. Il tutto senza interventi elettronici e in piena autonomia dell’utente.

REFERENZE

  • Allison RF, Berkovitz R, “The Sound Field in Home Listening Rooms”, 1972.
  • Allison RF, “The Influence of Room Boundaries on Loudspeaker Power Output”, 1974.
  • Davis D, “Further Comments in Directivity Factor”, 1973.
  • Groh AR, “High-Fidelity Sound System Equalization by Analysis of Standing Waves”, 1974.
  • Robber RJ, “Approximations to the Directivity Index”, 1974.

Elementi per la progettazione di un cabinet

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Un cabinet può essere definito, salvo particolari casi, una struttura avente due funzioni: contenere gli altoparlanti ed impedire che il suono generato dalla parte posteriore della membrana si mescoli in maniera indesiderata al segnale diretto.
Le pareti del diffusore tenderanno ad essere eccitate sia dalla pressione sonora da esse contenuta, sia dall’energia trasmessa dalla struttura dagli altoparlanti.

A seguire una lista delle possibili soluzioni progettuali, dalle più classiche alle più innovative.

Fonoassorbenti e materiali smorzanti 

Oggigiorno, la maggior parte dei progettisti concorda sul fatto che la presenza di materiale assorbente all’interno sia di scarsa utilità nello smorzamento della struttura. C’è addirittura chi sostiene che sia controproducente per l’efficienza del sistema e la risposta ai transienti. Il fonoassorbente può essere utile per evitare che l’energia irradiata all’interno dall’altoparlante ritorni verso di esso, ma questo problema può sicuramente essere risolto a monte tramite lo studio della geometria interna del cabinet.
Di una certa efficacia sono i materiali smorzanti ad alta densità come il PVC o il catrame in fogli, sempre ammesso che aderiscano in maniera corretta, solidali alla parete. Tali materiali sono efficaci anche senza ricoprire l’intera superficie, l’importante è posizionarli al centro e che coprano un’area almeno pari ad 1/3.

Bracing

Tra i metodi classici, di certo una parola va spesa a favore del cosiddetto “bracing”, ossia la suddivisone di una parete tramite l’aggiunta di un corpo fissato parallelamente al lato più lungo. In questo modo è possibile avere una frequenza di risonanza fondamentale più alta senza variare la dimensione del pannello.
Un modo efficace per massimizzare l’utilità delle strutture di bracing è di unire tramite esse anche pannelli opposti, in modo da ostacolare la loro tendenza a vibrare in accordo con le variazioni di pressione interna. L’effetto di tale struttura viene aumentato esponenzialmente se utilizzato per collegare tra di loro i bracing montati parallelamente sul lato lungo delle pareti.
Tali accortezze possono aumentare la frequenza di risonanza di una struttura fino a quattro volte quella di partenza.

In linea di massima, si può dire che un’alta frequenza di risonanza delle pareti sia auspicabile per tre motivi:
1- L’energia media di qualsiasi traccia musicale va diminuendo all’aumentare della frequenza
2 – L’innesco di una parete ad alte frequenze richiede condizioni in cui differenti sezioni della stessa vibrino in maniera opposta; in tal caso è molto difficile produrre una pressione consistente all’interno del cabinet, mentre l’emissione di suoni all’esterno avverrà in maniera blanda a causa delle cancellazioni e della grandezza ridotta delle aree in movimento.
3-Proprio a causa delle ridotte aree in movimento, un pannello eccitato da frequenze elevate tenderà ad irradiare energia in maniera perpendicolare alla sua superficie. Questa è una caratteristica auspicabile per tutti i pannelli che non siano quello rivolto al punto d’ascolto, poiché l’energia in uscita non andrà a sovrapporsi al suono diretto.

Forma del pannello

Di certo la frequenza di risonanza non è indipendente dalla forma delle pareti di un cabinet. A parità di superficie e di spessore, un pannello lungo e stretto avrà una frequenza di risonanza molto maggiore di un pannello quadrato. Dal punto di vista teorico, la frequenza è uguale al reciproco della radice quadrata della dimensione minore; per avere dati precisi, tuttavia, bisogna ricorrere alla sperimentazione.
Altra linea guida per aumentare la fs della struttura è utilizzare materiali con un alto rapporto tra rigidità e peso, senza dimenticare che per un buon smorzamento è pur sempre necessaria una certa massa.

Mix di materiali

Materiali diversi, a parità di dimensioni e spessore, sono caratterizzati da frequenze di risonanza diverse a causa del loro peso specifico, della loro fibra o composizione: in altre parole tendono a reagire in maniera differente alle sollecitazioni meccaniche. Questo assunto può essere utile per la scegliere le materie migliori per un determinato progetto.
Un modo più avanzato di sfruttare le diversità meccaniche del materiale è l’accoppiamento di differenti materiali. Questo può avvenire non solo sovrapponendo strati differenti per creare un sandwich, ma anche assemblando un telaio in cui coesistano pareti di materiali diversi. Per questo motivo i diffusori Atomica vengono costruiti con strutture che comprendono fino a 4 tipi di materiali. Prendiamo ad esempio i modelli Floor e Book 2: i telai sono composti da due differenti tipi di legno multistrato massiccio, vetro temperato ed acciaio inox AISI 304. Questo crea una struttura estremamente inerte ed immune a qualsiasi forma di vibrazione parassita. Anche a volumi elevati la struttura rimane completamente inerte poiché le materie di cui è composta non solo sono di qualità eccellente, ma possiedono anche caratteristiche meccaniche e di risonanza talmente differenti da “frenare” reciprocamente l’innesco di frequenze di risonanza.

Curvatura delle strutture

Altro elemento da cui dipende la fs di un pannello è se esso sia piatto oppure curvo. Le moderne tecnologie di lavorazione delle materie rendono possibile la costruzione di superfici curve in legno o altri pregiati materiali, dando l’opportunità di elevare a dismisura la rigidità e quindi l’altezza della fs di un cabinet. In tutti i diffusori Atomica le migliori macchine a controllo numerico vengono impiegate per rendere possibili tali forme, creando diffusori strutturalmente impareggiabili e al contempo incredibilmente piacevoli alla vista.
L’uso di superfici curve può essere portato all’estremo tramite l’adozione di un cabinet sferico. Siamo riusciti a raggiungere questo traguardo con i diffusori Atomica Giove, dove un programma di fresatura proprietario consente la creazione di una sfera fatta di durissimo legno massello.

Orientamento dei materiali

Materiali caratterizzati da una struttura orientata, oppure da una fibra (come il legno) possono essere incollati o fissati in più strati in modo da formare un pannello unico. Questo sistema viene utilizzato dai produttori di legname per realizzare multistrati e compensati. Ad esempio, il più comune tipo di multistrato di pioppo spesso 30 mm consiste in 12 strati di legno orientati in maniera alterna, pressati ed incollati. Questa procedura permette, grazie alla compensazione torsionale e di piegatura, di avere caratteristiche almeno quattro volte migliori dello stesso spessore di legno massello. In altre parole si avrà uno smorzamento, un’inerzia ed una frequenza fondamentale di risonanza migliore.
Nei diffusori Atomica Floor, Book 2 e Bookshelf XL il concetto di compensazione della fibra viene portato all’estremo, in quanto i telai sono composti da multipli layer di multistrato, pressati ed incollati tramite pressa oleodinamica con pressioni di svariate tonnellate, a seconda del modello. Quello che si ottiene è un telaio la cui parte lignea consiste in decine di strati di legno orientati alternatamente (oltre agli appoggi degli altoparlanti, fatti di altro tipo di multistrato ed incastrati a pressione nelle loro sedi). La composizione a layer permette anche di ottenere tipi di forme curve e bracing completamente inglobati nel telaio, oltre che forme ed efficacia neanche lontanamente immaginabili con i metodi classici.

Incollaggio, spinaggio ed avvitatura

Comunque si intenda procedere per fissare tra loro le parti di un cabinet, ovvero incollando, incastrando e/o avvitando, il costruttore avanzato si troverà di fronte ad un dubbio: otterrò una coppia di cabinet dalle caratteristiche meccaniche simili? Vista l’importanza dell’eguaglianza tra due diffusori richiesta dalla stereofonia, è normale che un progettista consapevole abbia un occhio di riguardo al modo in cui le parti del cabinet vengono fissate. Questa fase può creare dissimmetrie stereofoniche ben più gravi di quelle che di solito vengono evitate, ad esempio, selezionando ed accoppiando i componenti di un crossover.
Nei diffusori Atomica il problema viene affrontato grazie a macchinari e tecniche innovative, mai utilizzate prima nel mondo dell’audio.
Ad esempio le parti di un cabinet, che si tratti di legno, vetro o metallo, vengono selezionate e fresate a controllo numerico così come eventuali sedi di viti, bulloni o spinaggi di incollaggio. A questo punto i telai vengono accoppiati ed incollati nella stessa pressata, alla medesima pressione e per un tempo equivalente. Tutte le componenti di serraggio vengono invece avvitate con precisissimi utensili dinamometrici. Si ottengono così coppie di cabinet la cui tolleranza è a dir poco eccellente.

REFERENZE

  • Ahnert W, Steffen F, “Sound Reinforcement Engineering”, 1999.
  • Bailey AR, “Non-resonant Loudspeakers Enclosure”, 1965.
  • Benson JE, “Theory and Design of Loudspeaker Enclosures”, 1972.
  • Olson HF, “Direct Radiator Loudspeaker Enclosures”, 1972.
  • Small RH, “Closed-Box Loudspeaker Systems”, 1972.
  • Small RH, “Direct-radiator Loudspeaker System Analysis”, 1972.
  • Zwikker C, Kosten CW, “Sound Absorbing Materials”, 1992.