Atomica Strato: teoria e sperimentazione di un Bookshelf

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La base di un buon progetto è, paradossalmente, la finalità del progetto stesso. Durante la progettazione di un diffusore da pavimento, ad esempio, bisognerà tenere in considerazione il modo in cui esso verrà utilizzato (il suo scopo). Esso verrà impiegato, tendenzialmente, in posizioni più o meno distanti dalla parete di fondo, in stanze di media-grande cubatura; la posizione di ascolto ottimale dovrà essere espansa sul piano orizzontale.

Il fatto di considerare tali assunzioni superflue o addirittura limitanti, denota il classico atteggiamento di chi crede che l’audio sia un campo in cui basta aspirare alla perfezione o a un ideale assolutista; senza tenere in debito conto che dover conciliare le esigenze dell’ascoltatore reale con le indissolubili leggi della fisica, porta ad una sola certezza: la progettazione di un diffusore è il frutto di innegabili compromessi e la bravura del progettista sta nell’ottimizzazione della loro coesistenza.

La base di partenza di un diffusore bookshelf, come il suo nome suggerisce, dovrà tenere in considerazione il fatto che esso verrà utilizzato in posizioni più o meno a ridosso della parete di fondo, in stanze di cubatura molto variabile; la posizione di ascolto dovrà essere il più possibile svincolata dalla posizione relativa di ascoltatori e diffusori. Ultimo ma non ultimo: la dimensione di un diffusore da libreria non dovrà eccedere ciò che il suo stesso nome suggerisce.

Le considerazioni che hanno portato alla luce il progetto Strato sono le seguenti:

  1. Vicinanza con la parete di fondo: conseguente enfatizzazione della gamma bassa e riduzione della profondità virtuale della scena sonora.
  2. Dimensioni della stanza d’ascolto variabile: necessità di alta tenuta in potenza.
  3. Posizioni di ascolto variabili: necessità di una dispersione ottimale su entrambi i piani, orizzontale e verticale.
  4. Dimensioni massime che consentano il corretto posizionamento in postazioni di altezza e profondità pari a 32 cm.

Nei classici diffusori bookshelf il punto 4 viene considerato il principale limite progettuale, in quanto le ridotte dimensioni sono sinonimo di scarso litraggio e quindi carenza di gamma bassa; vari escamotage vengono adottati, come ad esempio l’utilizzo di woofer da 12 cm o lo sfruttamento della profondità del box. Soluzioni che portano a non soddisfare gli altri punti in quanto: woofer da 12 cm non consentono di gestire potenze adeguate (punto 2); la spregiudicata enfatizzazione del guadagno in gamma bassa non è certo il miglior modo di affrontare il punto 1; creare un box di profondità prossima ai 30 cm non tiene in debita considerazione il punto 4: molti utenti si ritroverebbero a dover utilizzare un diffusore con reflex posteriore a contatto con la parete di fondo.

Nel progetto Atomica Strato il punto 4 viene usato come base di partenza e punto forza. E’ possibile e addirittura vantaggioso restare entro i limiti di suddette dimensioni. Dopo le prime prototipazioni, le dimensioni del progetto sono state fissate in un’altezza di 31,5 cm, larghezza di 20 e profondità che non eccede i 25 cm terminali inclusi; quest’ultima per non vanificare o addirittura rendere dannoso l’effetto del reflex posteriore.

Il litraggio che si ottiene consente un roll-off della gamma bassa che si è rivelato adeguato a compensare l’enfasi dei posizionamenti di prova (il prototipo è stato testato su 8 postazioni più o meno vicine alla parete di fondo, con prove d’ascolto e rivelazioni), aderendo alla prima parte del punto 1. Tale litraggio consente oltretutto un reflex accordato esattamente alla fs del driver, capace di ridurre al massimo l’escursione del cono, quindi aumentando la tenuta in potenza e la capacità dinamica in accordo al punto 2 (per non parlare dei benefici in termini di chiarezza e di distorsione da intermodulazione).

Il concetto esposto nel punto 3 prende senz’altro vantaggio da una facciata di dimensioni contenute, in quanto la diffrazione del pannello frontale viene ottimizzata in tutto il range di frequenze interessate. A tal proposito la dispersione polare è stata enfatizzata anche con lo smusso raggiato che rende inconfondibile la forma delle Strato. Una dispersione così curata ed uniforme compensa anche la riduzione della scena sonora descritta nella seconda parte del punto 1, in quanto la creazione di un campo molto diffuso e la presenza di prime riflessioni uniformi supplisce, nei limiti del possibile, alla suddetta carenza.

Dispersione polare trasversale 0° – 30° – 45° su scala 10 dB. Smoothing 1/3 oct.

Notare la perfetta linearità del diffusore,  indipendente dalla posizione dell’ascoltatore.

Il risultato ottenuto è anche merito dello speciale crossover e degli innumerevoli test di ascolto e rilevazione acustica.

La speciale forma dei diffusori Atomica Strato, oltretutto, consente la creazione di cabinet incredibilmente rigidi e quindi efficienti dal punto di vista energetico e dinamico. Si tratta di un diffusore caratterizzato da un’efficienza di ben 88 dB 1W/1m, dato davvero singolare per un diffusore da libreria e che lo rende pilotabile anche da amplificatori di bassa potenza. Uno speciale supporto auto-livellante in alluminio aumenta la stabilità e lo smorzamento.

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